L’ALLEANZA SANA TRA L’ADULTO E IL BAMBINO INTERIORE
Da piccola mio padre diceva: “Chi ha la testa la usi per primo”. Questa frase, sicuramente molto giusta, ai bambini piace perché li fa sentire importanti e riconosciuti. iniziamo a cercare riconoscimento fin da piccoli e le strategie per ottenerlo, prendendoci responsabilità e pesi che sono più grandi di noi e non ci appartengono. Ma lo facciamo per amore fin da subito. Il bambino, allora, sogna, precocemente, di essere adulto, perché così sarà visto e diventa, nelle costellazioni familiari, un fuori posto: non è più figlio ma alla pari dei propri genitori, così, crede, che sarà visto e riceverà più amore da loro, che sarà come loro.
Poi accade che il bambino che vuole far l’adulto, perde quella fase in cui può abbandonarsi e ricevere davvero la vita e l’amore, le cure e la protezione dei propri genitori. Diventa adulto nel razionale, nel trovare soluzioni, nell’aiutare i genitori e i grandi (questo profilo in genere finisce per fare attività lavorative di aiuto agli altri), ma non diventa adulto nell’emotività perché gli manca un pezzo. Tutti i bambini non visti o che sentono distacco dai propri genitori fin da piccoli o che non vivono quella fase come figli, diventano carenti emotivamente, rimangono piccoli dentro, ma sviluppano un altra parte, quella razionale che trova soluzioni agli altri, ma poche a se stesso.
Poi si diventa adulti di età e quei bisogni del bambino rimangono incompiuti. Ricordando che il bambino non deve mai crescere perché è la parte di noi che ci dà la gioia di vivere, il gioco, la fiducia, ma se da adulto continua a cercare i genitori sarà un problema: non sarà mai adulto. In alcune parti del Mondo esistono rituali di iniziazione per i ragazzi uomini, soprattutto, per uscire dal nido materno e paterno e dalla loro protezione e staccare quel cordone ombelicale. Le donne hanno più facilità a rendersi conto che sono adulte alla prima mestruazione, ma anche in questo caso, esistono rituali di iniziazione, celebrativi della mestruazione.
Da adulti non basta fare dei figli e sposarsi per definirsi davvero adulti dentro. L’adulto, infatti, ha bisogno di sopperire a tutte quelle carenze che si son create da piccolo. I nostri genitori difficilmente riescono a darci ciò che abbiamo davvero bisogno, perché non ce l’hanno e non per inattitudine o cattiveria. Sono umani come noi. Sbagliano come noi, Vengono a imparare come noi. Li carichiamo di colpe e di critiche senza accorgerci che, in realtà, ciò che gli stiamo chiedendo è AMORE, ma vogliamo che ce lo diano come decidiamo noi e così creiamo conflitti che possono durare una vita e che spesso, vedo che si arriva al punto di doverli perdere per fare quei passi necessari di riconoscimento vero.
I genitori sono meravigliosi ma da adulti è necessario staccarsi e creare una propria autonomia, non solo fisica ma, soprattutto, emotiva. Questo è il passo più difficile da farsi. La nostra Società non ce lo insegna, non esistono a scuola materie che insegnano la gestione emotiva e, quindi, l’adulto fa fatica e tende a ripetere ciò che è stato prima di lui, finché un giorno si accorge che può rompere una catena. Che romperla non significa voler meno bene alle proprie radici ma onorarle. Che farlo non vuole dire tradire un sistema ma regalargli EVOLUZIONE che, in realtà, è quello che cerca.
Onoriamo le nostre radici diventando quegli adulti che avremmo voluto da piccoli per noi. Diventando quelli che si prendono cura del bambino, lo proteggono, si fanno carico dei suoi bisogni, soprattutto emotivi, riconoscendo la propria fragilità, riconoscendo il proprio maschile e femminile interiore e creando quel patto di alleanza originale e sano dove il bambino nutre l’adulto e l’adulto protegge il bambino, educandolo, ogni tanto, a non avere paura, confortandolo che il passato non si ripete e riportandolo nel presente per co-creare una vita migliore insieme, senza rancori, traumi, dolori del passato. L’adulto crea una evoluzione interiore tale per cui si libera dalla ripetizione di eventi che non sono più presenti ma da cui si deve imparare qualcosa e così, li trasforma.
Sono certa che queste riflessioni, da oggi e per il prossimo anno e mezzo, saranno molto utili a tutti. Abbiamo bisogno di imparare a essere riconoscenti con le radici e con noi stessi, a portare evoluzione creando un nuovo presente che valorizzi da dove veniamo e chi siamo e condividerlo con gli altri. Recuperando le nostre parti ma non adagiandoci a esse, creando un movimento delle parti che ci serva a fluire con la vita.
Ollin
“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”